
C’è un’energia invisibile che unisce le vite, attraversa i cuori e abbassa i muri: sono le storie, quelle che raccontiamo e quelle che ascoltiamo. Nel suo intervento nell’Aula Paolo VI (sabato 25 gennaio), lo scrittore e giornalista Colum McCann ha offerto un invito appassionato ai comunicatori: non cadere nel cinismo della macchina, non lasciare che la tecnologia ci disumanizzi, ma usarla come strumento per generare speranza, comprensione e vicinanza.
Come possiamo comunicare speranza?
Colum McCann ha esordito ponendo una domanda essenziale: «Come possiamo usare la tecnologia per comunicare speranza agli altri?». «La risposta risiede nella potenza delle storie – ha spiegato – storie che ci trasformano, che creano una rete di comprensione reciproca, che ci permettono di vedere noi stessi negli altri».
I comunicatori devono evitare un pericolo sempre più presente: chiudersi in sé stessi, nella propria “prigione” individuale, dove l’unico prossimo che riconoscono è il loro “io”. «Questa chiusura ci rende vuoti, ci disumanizza e ci condanna a vivere nella paura e nell’ignoranza, negando l’esistenza dell’altro».
Le storie possono salvarci
«Le storie possono salvarci – ha detto con forza lo scrittore -, perché ci permettono di comunicare e di essere vicini agli altri, anche quando sembrano distanti». È attraverso lo storytelling e lo storylistening, il racconto e l’ascolto delle storie, che possiamo abbattere le barriere e ricostruire legami umani autentici.
Le storie non sono mai statiche: ci chiamano all’azione e ci invitano al cambiamento, non solo personale ma anche collettivo. Raccontare storie significa creare e generare umanizzazione, accettazione dell’altro e costruzione di una comprensione reciproca che va oltre le parole.
Tre elementi fondamentali dello storytelling
Secondo McCann, il potere delle storie si fonda su tre principi fondamentali:
➡︎ umanizzazione: attraverso le storie, riconosciamo la dignità e il valore di ogni persona e ogni racconto ci ricorda che dietro a ogni volto c’è una vita, una sofferenza, una speranza;
➡︎ accettazione dell’alterità: lo storytelling ci spinge a vedere l’altro per quello che è, riconoscendo e accogliendo la sua diversità (non siamo tutti uguali, ma è proprio nella diversità che troviamo la bellezza e la ricchezza della condizione umana);
➡︎ interconnessione e comprensione reciproca: le storie creano legami invisibili, intrecciano le vite e favoriscono una comprensione che va oltre le barriere culturali, linguistiche e sociali.
Comunicare per trasformare
Colum McCann ha concluso il suo intervento con un appello: i comunicatori hanno il potere di trasformare il mondo attraverso le storie. Ma per farlo, devono scegliere di comunicare non per dividere, ma per unire; non per alimentare la paura, ma per ispirare speranza; non per isolare, ma per costruire ponti.
Nel nostro tempo, dove la tecnologia può amplificare la distanza o creare connessioni autentiche, il compito del comunicatore diventa ancora più cruciale: raccontare storie che non solo informano, ma umanizzano; storie che non solo intrattengono, ma cambiano le vite. Perché è solo attraverso le storie che possiamo davvero salvarci e salvare il prossimo.