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La paura è una compagna silenziosa della vita, capace di bloccare lo sguardo, immobilizzare i passi e soffocare i sogni, ma può anche essere il punto di partenza per qualcosa di più grande, per una trasformazione radicale che ci spinge a uscire da noi stessi e a fidarci di Dio. Con questa consapevolezza, il Gruppo Adulti parrocchiale di Azione Cattolica si è ritrovato per un incontro sul tema “Dalla paura allo slancio”, un momento di confronto che ha intrecciato la Parola di Dio con le sfide della vita quotidiana.
Uno sguardo che oscilla tra stupore e paura
Il punto di partenza della riflessione è stato il Vangelo dell’Ascensione. Gli apostoli si trovano davanti a un evento straordinario: Gesù, dopo aver camminato con loro, dopo la croce e la risurrezione, li lascia per tornare al Padre. Il loro sguardo è rivolto verso il cielo, fissi a guardare quel vuoto che si crea davanti a loro.
Secondo alcuni biblisti, questo sguardo è carico di stupore, ma anche di paura, quella paura che può diventare un vero e proprio blocco mentale, che li rende incapaci di agire, di prendere in mano la missione affidata loro da Cristo. E noi, oggi, quanto somigliamo a quegli apostoli? Quante volte restiamo paralizzati davanti alle incertezze della vita, incapaci di slanciarci nel futuro con fiducia?
Il dibattito che ne è scaturito ha messo in luce quanto la paura sia una presenza costante nella nostra quotidianità. Sono emerse riflessioni profonde su come determinate inquietudini possano condizionare le nostre scelte, la nostra serenità, la nostra capacità di agire:
▪️ paura della precarietà sociale e lavorativa, che ci porta a chiuderci in schemi rigidi, a non rischiare, a non accettare nuove sfide;
▪️ timore delle catastrofi naturali e della crisi ambientale, che genera senso di impotenza di fronte a un mondo che sembra sempre più fragile;
▪️ ansia per la scarsità delle risorse, come l’acqua, bene essenziale minacciato da un uso irresponsabile e da cambiamenti climatici sempre più estremi;
▪️ paura delle migrazioni, spesso viste con diffidenza, senza cogliere le opportunità di incontro e arricchimento reciproco che portano con sé;
▪️ incertezze legate alla sanità e al futuro della salute pubblica, che creano instabilità e insicurezza.
Queste paure sono reali, eppure, se lasciate senza risposta, rischiano di bloccare la nostra fiducia nel futuro, impedendoci di agire con speranza e determinazione.
Lo slancio: quando la paura si trasforma in possibilità
Se la paura immobilizza, lo slancio è il suo esatto opposto: è un movimento fisico, una scossa, un tuffo. È il momento in cui si accetta il rischio, in cui si sceglie di andare oltre, mettendo in gioco tutto di sé.
Nella Bibbia, ogni chiamata autentica comporta un distacco e un nuovo inizio. Abramo lascia la sua terra senza sapere dove andrà, Mosè attraversa il Mar Rosso con il popolo, Maria dice “sì” senza conoscere il futuro. Questo slancio è sempre accompagnato dall’azione dello Spirito Santo, che non elimina le difficoltà, ma inaugura nuove possibilità.
Lo Spirito Santo e il coraggio del salto
Lo slancio non è un gesto di incoscienza, ma un atto di fiducia nella Provvidenza. Spesso richiede una buona dose di leggerezza e, in qualche modo, di “follia”, quella capacità di rompere gli schemi e superare i limiti autoimposti. Nella nostra vita quotidiana, lo slancio può assumere molte forme:
▪️ un cambiamento lavorativo che intimorisce, ma che potrebbe rivelarsi un’opportunità di crescita;
▪️ una relazione da ricostruire con fiducia, anche quando le ferite del passato ci dicono di lasciare perdere;
▪️ un impegno sociale o ecclesiale che sentiamo nostro, ma che ci spaventa perché richiede tempo ed energia;
▪️ un gesto di accoglienza verso chi è diverso da noi, superando i pregiudizi e aprendoci all’incontro.
L’incontro si è concluso con una riflessione potente: rimanere fermi nella paura significa rinunciare alla vita piena che Dio ci offre. Lo Spirito Santo ci spinge a muoverci, a fidarci, a lanciarci, perché è nell’azione che la fede si concretizza.
Gesù non ha chiesto ai suoi discepoli di restare immobili a guardare il cielo, ma di andare nel mondo, di farsi missionari, di portare il Vangelo con audacia. Allo stesso modo, oggi, ogni credente è chiamato a trasformare la paura in fiducia, la paralisi in movimento, il dubbio in slancio missionario.
Il cammino di fede non è privo di ostacoli, ma è fatto per essere vissuto a passi decisi, con il cuore aperto e la certezza che Dio non lascia mai soli coloro che scelgono di camminare con Lui.