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Giovani e politica, un’altra occasione di servizio al prossimo

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Marianna PaladinoIl mio nome è Marianna Paladino (nella foto con il sindaco Tommaso de Palma, ndr). Ho 35 anni, sono laureata in Storia dell’arte, insegno in una scuola secondaria di secondo grado ed esercito l’attività di guida turistica. L’esperienza associativa ha svolto un ruolo fondamentale nel mio percorso di crescita umano e spirituale. Da oltre vent’anni faccio parte della Famiglia Vincenziana, prima nella Gioventù Mariana Vincenziana e ora nel Volontariato Vincenziano.  In questi anni ho potuto sperimentare il valore profondo della carità e del servizio, l’attenzione al prossimo e l’amore per i fratelli, poiché servire il povero equivale a servire Dio secondo l’insegnamento di San Vincenzo de’ Paoli. La nostra vocazione cristiana infatti, è quella di infiammare il cuore degli uomini, per trasmettere lo stesso amore che ci lega a Dio. Non a caso, San Vincenzo era solito dire: «Non mi basta amare Dio se anche il mio prossimo non lo ama». Il mio bagaglio esperienziale unito alla fede, sono stati fondamentali nel mio percorso politico.

Per quasi tre anni, dal 2014 al 2017, ho avuto l’onore di servire la mia città, Giovinazzo, in qualità di Assessore alla Cultura, Turismo e Politiche giovanili. Dal luglio del 2017 faccio parte del Consiglio Comunale. L’esperienza amministrativa si è rivelata sin da subito complessa per una neofita della politica. Ho sempre cercato di portare avanti il mio compito con senso di responsabilità e profonda passione, consapevole di essere stata chiamata a guidare una Città, insieme all’intera Amministrazione, con attenzione e dedizione. Le difficoltà in questi anni non sono mancate, come non sono mancati i traguardi e gli obiettivi raggiunti.

Il senso del nostro essere amministratori è riassunto nelle parole del nostro caro Vescovo, Sua Eccellenza Mons. Domenico Cornacchia, il quale ci ha ricordato nel corso della sua recente Visita al Consiglio Comunale di Giovinazzo, che chi amministra deve amare il suo popolo, non semplicemente amministrarlo. Parafrasando il Concilio Vaticano II, ha sottolineato come la Chiesa stimi degno di nota chi si assume il peso delle decisioni per la collettività e per il bene pubblico e vive questo compito con umiltà.

In quella occasione, ringraziando Sua Eccellenza per il dono della sua presenza, ho ricordato l’impegno di tanti giovani che, nonostante la precarietà del presente e l’incertezza del futuro, continuano ad adoperarsi per la propria città sia come amministratori che come volontari. Non posso dimenticare infatti, quanti contribuiscono al bene comune adoperandosi a vario titolo nel servizio al prossimo.

Il racconto della mia esperienza, comune a quella di tanti giovani impegnati in politica, vuole essere un incentivo alla riflessione su un tema di grande attualità: il ruolo dei giovani in politica. Spesso si rimprovera ai giovani una certa atarassia, una disaffezione per la politica e l’indifferenza verso un mondo percepito come chiuso al cambiamento e a nuovi sistemi di pensiero e di azione. Viceversa, l’impegno viene percepito come una forma di accanimento utopico, ad una realtà considerata ormai compromessa. È opportuno a questo punto fare una precisazione: cos’è la politica?

Il termine politica, nel sentire comune, ha assunto una duplice accezione: positiva e negativa. Negli ultimi anni, l’accezione negativa è spesso prevalente. La politica viene spesso considerata, infatti, come sinonimo di azioni scorrette e disoneste. È vero che le vicende politiche sono state spesso causa di storture, ma è opportuno non generalizzare. La politica è fatta di persone, uomini e donne che agiscono seguendo la propria coscienza e possono commettere errori.

Ho sperimentato personalmente il pregiudizio legato al mio ruolo politico e amministrativo. In molti pensano che la scelta di impegnarsi in questo percorso risponda ad un tornaconto personale. Invece l’impegno politico non rappresenta la totalità nella mia vita. Sono moglie, lavoratrice e volontaria. La politica è per me, semplicemente, un’altra occasione di servizio, in cui applicare il concetto di missionarietà vincenziana a me tanto caro. La politica è uno degli aspetti in cui si concretizza la vocazione al bene comune.

Poiché essa contribuisce alla costruzione del futuro, i giovani non possono essere semplici spettatori. Non a caso, la dottrina sociale propone un modello di azione e di educazione politica che si esprime nei tre momenti del vedere, giudicare e agire. L’azione politica deve quindi essere condotta con consapevolezza e coscienza. I giovani politici cattolici sono chiamati a tradurre proattivamente la dottrina sociale della Chiesa in scelte concrete, operando una mediazione nella realtà.

Credo fermamente che i giovani cattolici possano dare un importante contributo al dialogo per la costruzione della coscienza civica, mettendosi al servizio delle proprie città e del proprio Paese attraverso l’esperienza politica e amministrativa, un percorso non esente da difficoltà, ma altamente formativo.

Marianna Paladino (ex Assessore e attuale Consigliere Comunale di Giovinazzo)

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