Quaresima 2022, Messaggio della CEI: conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità

Quaresima 2022 - Messaggio CEI«La Quaresima di quest’anno porta con sé tante speranze insieme con le sofferenze, legate ancora alla pandemia che l’intera umanità sta sperimentando ormai da oltre due anni». Con questo paragrafo inizia il Messaggio della CEI per la Quaresima 2022, ricordandoci quanto sia importante rendere la propria vita un tempo “pieno”, pronto all’incontro personale con Gesù. Rileggiamo, in una piccola sintesi, il Messaggio della CEI, secondo la triplice conversione proposta: conversione all'ascolto, alla realtà e alla spiritualità.

 

CONVERSIONE ALL'ASCOLTO

Quali sono le voci che ascoltiamo? Quella dei bambini e degli adolescenti, che sono stati particolarmente colpiti, a livello affettivo e formativo, da questi anni di pandemia. Quella degli esperti che sollecitano alla fiducia nei confronti della scienza, pur rilevando quanto sia fallibile e perfettibile. Quella dei sanitari che chiedono di essere aiutati con comportamenti responsabili. Quella di alcuni parroci, insieme con i loro catechisti e collaboratori pastorali, che vedono diminuite il numero delle attività e la partecipazione del popolo.

Ascoltare in profondità tutte queste voci fa bene alla Chiesa, se sappiamo imparare ad ascoltare in modo empatico, interpellati in prima persona ogni volta che un fratello si apre con noi, scongiurando il rischio della supponenza e dell’autoreferenzialità.

Una Chiesa che ascolta è una Chiesa sensibile anche al soffio dello Spirito. Questa prima conversione implica un atteggiamento di apertura nei confronti della voce di Dio, che ci raggiunge attraverso la Scrittura, i fratelli e gli eventi della vita. Quali ostacoli incontra ancora l’ascolto libero e sincero da parte della Chiesa? Come possiamo migliorare nella Chiesa il modo di ascoltare?

 

Quaresima 2022 - Messaggio CEI - conversione all'ascoltoCONVERSIONE ALLA REALTÀ

Nei primi mesi della pandemia abbiamo assistito a un sussulto di umanità, che ha favorito la carità e la fraternità. Poi questo slancio iniziale è andato via via scemando, cedendo il passo alla stanchezza, alla sfiducia, al fatalismo, alla chiusura in sé stessi, alla colpevolizzazione dell’altro e al disimpegno. Ma la fede non è una bacchetta magica.

Quando le soluzioni ai problemi richiedono percorsi lunghi, serve pazienza, la pazienza cristiana, che rifugge da scorciatoie semplicistiche e consente di restare saldi nell’impegno per il bene di tutti e non per un vantaggio egoistico o di parte.

Come comunità cristiana, oltre che come singoli credenti, dobbiamo riappropriarci del tempo presente con pazienza, restando aderenti alla realtà. Dobbiamo colmare il divario tra realtà e falsa percezione della realtà, perché è in qui si annida il germe dell’ignoranza, della paura e dell’intolleranza.

Questa seconda conversione riguarda l’impegno a documentarsi con serietà e libertà di mente e a sopportare che ci siano problemi che non possono essere risolti in breve tempo e con poco sforzo. Quali rigide precomprensioni impediscono di lasciarsi convincere dalle novità che vengono dalla realtà? Di quanta pazienza è capace il cuore dei credenti nel costruire soluzioni per la vita delle persone e della società?

 

CONVERSIONE ALLA SPIRITUALITÀ

Restare fedeli alla realtà del tempo presente non equivale a fermarsi alla superficie dei fatti, ma di cogliere «la pienezza del tempo» (Gal 4,4) ovvero di scorgere l’azione dello Spirito, che rende ogni epoca un «tempo opportuno». Cominciare a vivere la Pasqua, che ci attende al termine del tempo di Quaresima, significa considerare la storia nell’ottica dell’amore, anche se questo comporta di portare la croce propria e altrui.

Il Cammino sinodale sta facendo maturare nelle Chiese in Italia un modo nuovo di ascoltare la realtà per giudicarla in modo spirituale e produrre scelte più evangeliche. Lo Spirito infatti non aliena dalla storia: mentre radica nel presente, spinge a cambiarlo in meglio.

Per il cristiano questo non è semplicemente il tempo segnato dalle restrizioni dovute alla pandemia: è invece un tempo dello Spirito, un tempo di pienezza, perché contiene opportunità di amore creativo che in nessun’altra epoca storica si erano ancora presentate.

Forse non siamo abbastanza liberi di cuore da riconoscere queste opportunità di amore, perché frenati dalla paura o condizionati da aspettative irrealistiche. Mentre lo Spirito, invece, continua a lavorare come sempre. Quale azione dello Spirito è possibile riconoscere in questo nostro tempo? Quale lettura spirituale possiamo fare della nostra epoca, per progredire spiritualmente come singoli e come comunità credente?

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