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
«I Seminari, come si sa, sono frutto di decisioni del grande Concilio di Trento, nel XVI secolo, ma potremmo intravederne l’anticipazione già nel Vangelo, allorquando Gesù chiama i primi discepoli: “Ne costituì dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare…” (Mc 3, 14-15)». Così il Vescovo, Mons. Luigi Martella, nel messaggio per la giornata, pubblicato sul settimanale Luce e Vita.
I 15 seminaristi che vivono oggi l’esperienza del seminario, 2 di scuola secondaria di I grado e 13 di scuola superiore, provenienti dalle quattro città della diocesi, sono affidati alla responsabilità di don Michele Amorosini e don Vincenzo Marinelli, rettore e vicerettore, nonché di numerose altre figure di educatrici, docenti, psicologa e personale di cucina, che, seguendo una precisa traccia formativa, propongono un’esperienza multiforme che tiene conto delle esigenze formative proprie dell’età evolutiva, con una chiara ispirazione spirituale e vocazionale e con un costante coinvolgimento delle famiglie e delle parrocchie di origine.
«L’esperienza del Seminario forma ai valori che strutturano la personalità per tutta la vita – scrive don Amorosini – non solo di chi è chiamato a diventare sacerdote». Ognuno si sente accolto e aiutato a «discernere la propria vocazione». Tutta la comunità è quindi sollecitata all’impegno della preghiera per le vocazioni e per i seminaristi, e di conseguenza anche al sostegno materiali del Seminario.
Per questa circostanza il settimanale diocesano Luce e Vita dedica ampio spazio con il suo inserto “Kleopas. News dal seminario”, con i messaggi del Vescovo e del rettore, l’omelia del Vescovo per l’apertura del anno giubilare, la testimonianza di un ex seminarista, ora ingegnere, e una nota storica di Corrado Pappagallo sulle esigenze di sostentamento del seminario agli inizi della sua istituzione.
«L’appello che rivolgo, perciò, a tutta la chiesa diocesana – scrive Mons. Martella, che è anche Visitatore dei Seminari d’Italia – è soprattutto quello di una maggiore partecipazione e di un costante accompagnamento dei nostri ragazzi che sono in Seminario. Tale vicinanza si esprime prima di tutto attraverso il sostegno spirituale e affettivo, ma anche attraverso l’attenzione alle necessità materiali. Mi piace pensare alla comunità ecclesiale come ad un grembo nel quale germinano le vocazioni; oppure ad un campo nel quale il seme della chiamata viene accolto per poi sbocciare e svilupparsi proprio nel Seminario».